Sanità pubblica o compartecipata? Cosa succede realmente oggi.

In Italia il diritto di accesso alle cure è un bene riconosciuto a tutti i cittadini, a prescindere dal reddito. Tuttavia, le aziende sanitarie locali (Asl) e ospedaliere da sole non riescono a garantire i livelli essenziali di assistenza previsti dal Sistema sanitario nazionale. È qui che entrano in gioco le strutture private convenzionate.

Il 93% dei privati ha i requisiti per essere convenzionato con il Snn, che acquista presso tali strutture circa il 37% dei servizi sanitari e affida loro circa 1 milione di ricoveri ogni anno. In poche parole, lo stato è il cliente numero uno della sanità privata, ma con quali conseguenze?

Regione che vai, sanità che trovi
La sanità privata è disciplinata dai sistemi regionali di accreditamento e finanziamento creando grandissimi divari. Nel nord Italia infatti i privati integrano il servizio pubblico senza spese aggiuntive per i cittadini. Al sud, in assenza di una adeguata assistenza, si genera una vera e propria concorrenza con il pubblico, che pesa in media 580€ l’anno ai cittadini.

Non essenziale, non rimborsabile
Anche se le regioni gestiscono la sanità in piena autonomia è lo stato a stabilire i livelli essenziali di assistenza (Lea) secondo il piano nazionale. Tuttavia, non tutti i servizi di assistenza sono rimborsabili dal Sistema sanitario nazionale, ben il 24% delle spese sanitarie è a completo carico dei cittadini.

Salute assicurata, spese coperte
Non è solo per una questione di rimborso spese, stipulare un’assicurazione sulla salute significa avere la garanzia di accesso alle migliori cure, in tempi rapidi. Una soluzione per ovviare il problema della sanità grazie a un circuito alternativo di strutture sanitarie. Chiedi ai nostri consulenti, ti aiuteranno a trovare la miglior protezione su misura.

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