Ricoveri ordinari, cosa succede alle (già lunghe) liste d’attesa?

Da quando l’Italia è stata travolta dallo tsunami Covid la sanità pubblica si è trovata con le spalle al muro. Per far fronte alla pandemia si è aggravata, in silenzio, un’altra forma di emergenza: quella dei ritardi nelle prestazioni sanitarie.

Con le strutture ospedaliere in prima linea nei reparti Covid, il personale sanitario e i posti letto disponibili si sono dimezzati, rimandando a data da definirsi tutti i ricoveri non urgenti. Ma la salute dei cittadini non può aspettare.

Eravamo già fuori tempo
Già da anni, i tempi di attesa con il Sistema Nazionale Sanitario erano molto dilatati. A partire da marzo 2020 però i ritardi sono cresciuti in modo impressionante: si stima che siano saltati almeno un milione di ricoveri ordinari. Uno dei problemi principali, infatti, è che in Italia ci molti più medici, ma molto meno infermieri rispetto alla media europea.

Le conseguenze dell’attesa
Tutte le prestazioni sanitarie non urgenti sono state rimandate e verranno recuperate solo dopo aver smaltito quelle arretrate. La fila si allunga, con pesanti conseguenze sulla salute dei molti cittadini che hanno bisogno di cure.

Saltare la fila è possibile
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