
Fondo aperto o gestione separata? Come scegliere.
Dalla disoccupazione, alla maternità e all’invalidità, fino alla pensione, per tante categorie di lavoratori non è così semplice tutelarsi, ma soprattutto progettare il proprio futuro.
Lavoratori con contratto a progetto o a prestazione occasionale, liberi professionisti, venditori a domicilio, medici che stanno seguendo la specializzazione. Sono molte le situazioni lavorative in cui intervengono due principali forme previdenziali: la gestione separata o la pensione complementare. Capiamo quali sono le differenze.
Gestione separata, di cosa si tratta
L’INPS ha varie casse o gestioni, tra cui la cosiddetta gestione separata, obbligatoria per tutti i non iscritti a casse professionali e per i collaboratori continuativi. Si tratta di una gestione piuttosto varia, dove confluiscono contributi di medio piccolo importo, tendenzialmente non sufficienti a garantire prestazioni pensionistiche.
Fondo aperto, quando conviene
Un contributo integrativo, soprattutto in specifiche situazioni di discontinuità lavorativa, è un valido aiuto per mantenere il proprio tenore di vita anche dopo il pensionamento. Le somme versate vengono investite nei mercati finanziari con profili di rischio variabili, così la rendita finale dipenderà dai contributi versati, dalla durata e dalla frequenza dei versamenti e dagli interessi maturati nel tempo.
Come scegliere la soluzione giusta
Se non vuoi rinunciare ai tuoi sogni una volta arrivato alla pensione, chiedi una consulenza, senza impegno. I nostri esperti valuteranno le tue esigenze personali e ti aiuteranno a scegliere il piano previdenziale più adatto a te.
Articoli correlati

RC Postuma, cos’è e perché è importante.
Chi ogni giorno mette la sua arte e la sua capacità di fare al servizio delle persone, sa che i problemi capitano.

Uno stop forzato? Un doppio danno economico.
Tra laboratorio, bottega, clienti e fornitori, come artigiano hai tantissime cose a cui pensare durante la tua giornata di lavoro…